“La vita è adesso” di Danilo Iervolino. Ovvero storia di un’adozione straordinaria

Danilo oggi è un ragazzo perfettamente inserito in una famiglia che vive alle falde del Vesuvio. Veniva dall’est, dalla lontana e diversa Ucraina quattro anni fa. A volerlo fortemente furono Maria e Carmine che oggi, in piena adolescenza, sono per lui, i suoi adorati “mamma” e “papà”. In questo libro Danilo racconta la sua storia.

I contenuti
Questo libro racconta una storia vera. Storia di un’adozione che potrebbe assomigliare a tante altre adozioni. Di quelle che cambiano la vita, di quelle che fanno solo bene al cuore, che sanno d’amore e di passioni. Di quelle che hanno dato una famiglia a bambini che prima vivevano dentro istituti indecenti disseminati ancora oggi in giro per il mondo. Questo libro racconta la storia di un ragazzino ucraino che oggi vive in Italia. Il suo «nuovo» nome è Danilo Iervolino e la sua vita è rinata grazie all’amore dei suoi nuovi genitori, Carmine e Maria.

Nota del curatore
È impressionante quanto Danilo somigli a sua madre Maria. E non mi riferisco ai simili tratti del viso o allo stesso taglio d’occhi: la loro empatia taglia l’aria a metà, la si percepisce dal respiro. È tutta una questione di fiato e nella vita bisogna averne, parecchio. Danilo è il figlio che Maria ha sempre voluto. E Maria non avrebbe potuto desiderare, nella sua immaginazione, un figlio diverso da Danilo. Quando un pomeriggio di primavera è arrivata da me, in compagnia del suo inseparabile Danilo, chiedendomi di dare un corpo suo al diario, Maria non sapeva che in fondo un corpo, quello che neppure le modelle desiderano, c’era già e che più che da scultore, per quelle righe, avrei fatto da personal trainer: modellando, cioè, una struttura già formata. Inutile dire che ho accettato senza battere ciglio e che, entusiasta, mi son messo subito a lavoro. Ma non appena ho sfogliato le prime pagine autobiografiche, mi sono accorto che Danilo ha parlato di sé e della sua esperienza in un modo cosi spontaneo e diretto che ho preferito lasciare tutto come mi si era presentato: mi sono limitato, se può interessare, a dividere la materia creando piccoli capitoli che avrebbero aiutato il lettore a focalizzare l’attenzione sulle diverse tappe di questo viaggio-avventura. Il resto l’ha fatto lui. Il resto, come detto, c’era già. Mi permetto di affermare che l’esperienza di Danilo è diversa dalle altre: prima di tutto, perché è una di quelle che si fa leggere e non solo raccontare; poi, perché è viva, la senti sulla pelle e nell’animo, non è artefatta né arzigogolata. E devo ammettere, quindi, che il mio entusiasmo nel momento in cui ho finito il lavoro era più tangibile di quando ho iniziato. Probabilmente, in futuro, Danilo continuerà a scrivere di sé: magari lo farà con meno ingenuità, questo è sicuro; ma non perderà il suo spirito umile e spontaneo di guardare la realtà. Leggerete qualcosa di una naturalezza unica, e forse proprio per questo motivo, il diario di Danilo sfiora le corde dell’animo, arpa della nostra lettura, innescando una melodia. Che la voglia di Danilo di trascrivere quello che ha visto e che ha vissuto serva da esempio ai ragazzi di oggi sempre più lontani dalla penna, sono sempre più attratti dal touchscreen. Che le sue parole siano la pergamena nella bottiglia per tutti coloro che ad oggi ne sono sprovvisti ed alla parola preferiscono l’immagine (non se ne abbiano a male i cultori dello stile e gli esteti dell’ ultim’ora). Che l’esperienza ed il coraggio di Maria e Carmine, suo marito, siano uno sprono, un punto di riferimento per tantissime coppie che in un momento di sconforto o di esitazione, abbandonano l’idea dell’adozione. L’adozione è vita. L’adozione è come essere genitore due volte. E queste poche righe lo dimostreranno. (Luigi Corcione)

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